Tuesday 11 April 2023

Gustavo Adolfo Rol: tra scienza e mistero - Parte seconda

Il concetto di informazione quantistica è molto diverso da quello classico. L’informazione quantistica, ad esempio, non è cancellabile. Jean Charon (1920-1998), fisico nucleare e filosofo, riteneva che i vissuti, le emozioni e le memorie delle azioni di ognuno si conservino nella parte “interna” delle particelle elementari che costituiscono il corpo. Secondo la Teoria Quantistica dei Campi questa parte interna è il “vuoto quantistico”, un livello minimo di energia, altamente simmetrico. Non essendo tale parte (che costituisce il 99% della materia) soggetta a dissipazione energetica, il contenuto memorizzato come informazione quantistica, resterebbe indelebile. Questo richiama il concetto di inconscio collettivo di Jung come insieme di tutte le tracce mnestiche provenienti dal passato ancestrale dell'uomo, si accumulano continuamente in seguito alle esperienze di infinite generazioni. Il nuovo paradigma scientifico deve quindi mettere al centro l’uomo e la coscienza, ed incrociarsi con la psicologia analitica, allo scopo di creare quel ponte tra materia e psiche si cui C. G. Jung e W. Pauli furono pionieri. J.W. van Gothe affermava che “l’uomo è il maggiore e il più preciso strumento di fisica che possa esistere”. Un’affermazione che risuona con il parere di E. Majorana il quale sosteneva che mei fenomeni quantistici c’è un valore “inquietante, cioè lontano dalle normali metriche scientifiche”. Si pensi al decadimento di un atomo radioattivo: esso non presenta alcuna ripetibilità: “è un fatto semplice, ed imprevedibile, che avviene improvvisamente e isolatamente“. Lo stesso si può ipotizzare la coscienza, che è appunto governata da eventi quantistici vitali parimenti «semplici, invisibili ed imprevedibili» come diceva E. Majorana. Il concetto ripetibilità sperimentale deve ampliarsi a favore di un nuovo paradigma scientifico. La coscienza, oggi, è ancora studiata in terza persona, come la Natura, osservata dall’esterno: occorre studiarla in prima persona. Noi, con la nostra coscienza, siamo sia osservatori sia parte integrante della realtà.

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