Per J. Grinberg (neurofisiologo messicano), l'universo è un campo unificato di informazione ed energia, un "oloflux" o "matrice pre-spaziale" organizzata secondo diversi livelli di sintergia. Alla luce della sua Teoria Sintérgica, J. Grinberg aveva interpretato gli "apporti" e le "materializzazioni" non come fenomeni soprannaturali, ma come manifestazioni estreme della capacità della coscienza di interagire e plasmare la matrice fondamentale della realtà.
La coscienza umana, attraverso il campo neuronale che crea, ha la capacità di "modulare" o "plasmare" questa matrice. Le nostre percezioni, i nostri pensieri e le nostre intenzioni non sono passivi, ma attivamente coinvolti nella creazione della realtà che sperimentiamo.
Fenomeni come le apparizioni, gli apporti o materializzazioni richiedono un grado eccezionalmente alto di coerenza e organizzazione della coscienza (ovvero ad alto grado di sintergia), o addirittura anche una sintergia tra più coscienze. Una tale condizione permetterebbe una "distorsione" o "modulazione" della matrice pre-spaziale sufficientemente potente da manifestare apparizioni od oggetti.
Ci sono profonde analogie concettuali tra le teorie di J. Grinberg ed il fisico D. Bohm: entrambe le teorie, nonostante le loro diverse origini e terminologie specifiche, convergono sull'idea di un campo sottostante, interconnesso e informazionale con cui la coscienza interagisce attivamente, sfidando le assunzioni fondamentali del riduzionismo e della realtà oggettiva.
Il ponte si estende anche alla psicologia analitica di C. G. Jung (immaginazione attiva ed inconscio collettivo).
J. Grinberg, infatti, sosteneva che le immagini (interne) generate dalla coscienza possono avere un impatto diretto sulla realtà fisica. Se la coscienza è in grado di generare un campo neuronale che plasma la matrice pre-spaziale, allora un'immagine sufficientemente chiara, intensa e coerente (ovvero ad alto grado di sintergia) potrebbe teoricamente "materializzarsi".
Connettere i puntini (tra un neuroscienziato, un fisico ed uno psicologo) ci permette di intravedere ciò che si nasconde oltre il velo della realtà: l'unità olografica universale, collettiva, non-locale
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