La cosiddetta interpretazione di Copenaghen (sul collasso indeterministico della funzione d’onda) viene spesso indicata come prova della possibilità che un atto di osservazione da parte di un osservatore possa creare la realtà, poi osservata.
Questo è uno dei più comuni malintesi sull’effetto osservatore quantistico !
L’osservatore non crea la realtà, ma osserva quanto il suo stesso stato di coscienza e l'Universo intero (osservato incluso) gli consentono di misurare.
Per meglio capire questo malinteso è significativo riprendere il concetto di misura in fisica quantistica, ossia l’osservazione di un’entità fisica che si trova nel cosiddetto stato di sovrapposizione. La sovrapposizione è una proprietà che descrive la condizione di potenzialità di un’entità quantistica, ad esempio un elettrone, da misurare.
Lo stato di sovrapposizione dell’elettrone infatti indica una sua condizione potenziale che si basa sulla contemporanea sovrapposizione di più stati con le relative differenti proprietà. In altre parole, prima di essere osservato l’elettrone non possiede in termini attuali, reali, concreti la proprietà che si osserverà, ad esempio una posizione specifica nello spazio (ad es., posizione).
Un elettrone risulta infatti essere solo potenzialmente presente, ovunque, distribuito nello spazio della funzione d’onda. Tuttavia, quando viene osservato tramite un apparato di misura, esso risponde creando una posizione specifica, e lo fa in modo del tutto imprevedibile (il collasso della funzione d’onda).
La nostra osservazione non crea la realtà osservata: noi non creiamo l’elettrone, semmai la sua proprietà diventa a noi osservabile! Quanto possiamo creare, assieme a tutto ciò che ci circonda (visto che come osservatori siamo accoppiati in maniera non locale con tutto l’universo), sono quindi delle proprietà dell’elettrone che come tali non esistevano prima dell’osservazione.
L’elettrone decide - assieme con l’Universo (e quindi anche con lo stato di coscienza dell’osservatore) - come manifestare la proprietà che noi osserviamo, scegliendo la manifestazione che spreca meno energia…
Il falso mito che l’osservatore crea la realtà va smontato a favore di una visione più scientifica, che nulla toglie alla meraviglia dell’Unità del tutto.
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