Tuesday, 8 July 2025

IL MANIFESTO DEL SUBLIME

Per una Nuova Crescita della Coscienza nel XXI Secolo

Noi, figlie e figli di un’epoca attraversata da incertezze, frastornata dal rumore e da grida di disperazione, disorientata dalla superficialità e dai miti artificiali dell’egoismo tecnologico, annunciamo il Manifesto del Sublime: un patto tra arte, scienza, filosofia-psicologia e spiritualità.

Lo Spirito del Profondo annuncia il risveglio. La riscoperta dell’unità tra spirito, coscienza e materia.

Il ritorno a una spiritualità profonda, libera da dogmi, che contamina e si lascia contaminare da una scienza aperta alla meraviglia ed all'inspiegabile.

Il Sublime è la chiamata della bellezza che travalica, scuote, eleva fino al limite (sub limen). È ciò che unisce l’umano al divino, la ragione all’estasi, la scienza alla spiritualità, nei limiti sacri del mistero.

Il Sublime non si consuma, non si misura: si contempla, si attraversa, si evoca in silenzio.

È ponte e abisso, vertigine e rivelazione, forza, passione, emozione e visione.



L’Arte come Rivelazione del Tremendo e del Sacro

L’arte del Sublime non imita, non copia: rivela.

Non decora: evoca.

Non intrattiene: trasfigura.

È pittura che trattiene l’eco di tempeste cosmiche.

È scultura che sfida la gravità dell’essere.

È poesia che sfiora i margini dell’ineffabile.

L’artista del Sublime non cerca consensi, ma autenticità. non la bellezza superficiale e facile, ma il brivido del vero bello.

L’opera sublime è un portale: apre l’anima all’inconoscibile e alla vertigine della grandezza.

La Scienza come Contemplazione dell’Infinito

La scienza non è solo analisi: è stupore, è inquietudine. E' irriducibile.

È immersione. È preghiera contemplativa e silenziosa davanti all’ordine misterioso del cosmo.

Studiare l’universo è ascoltarne il battito segreto: la danza invisibile delle particelle, l’armonia delle costellazioni lontane, la geometria nascosta della vita e della coscienza.

Rifiutiamo il riduzionismo sterile.

La scienza del Sublime celebra la complessità, si inchina al mistero, rivela il sacro nella struttura della realtà. Conoscere è contemplare. E' ascoltare lo Spirito del Profondo.

Pensare l’Impossibile, Sentire l’Infinito

La filosofia del Sublime non chiude: apre.

Non spiega: interroga.

Accoglie il paradosso, abbraccia il mistero, onora l’incertezza. Arde.

Riconosce la piccolezza dell’essere umano e, insieme, la sua capacità di concepire l’Infinito.

La psicologia del Sublime cura non per normalizzare ma per espandere la coscienza, per attraversare le soglie della coscienza, per accedere al Regno del numinoso.

Trascendenza e Presenza

Il Sublime è esperienza diretta del Sacro.

Oltre ogni dogma. È ascolto profondo, visione interiore, risveglio alla Presenza che permea ogni cosa.

È sentirsi parte dell’Universo: in un tramonto silenzioso, in un gesto d’amore,  nella solitudine stellare, nell’urlo dell’anima.

La spiritualità del Sublime non è rifugio, ma rivelazione.

È connessione con il Sé e con l’energia universale che ci attraversa.

Verso una Coscienza Sublime.

La Coscienza Sublime è soglia e visione:

ci permette di riconoscere il Sublime

nella materia e nello spirito,

nel visibile e nell’invisibile,

nel semplice e nell’imprevedibile.

Noi, portatori di questa visione, ricerchiamo:

  • nuove possibilità, oltre i limiti del conosciuto;
  • la contemplazione della vastità, che sia cosmica, naturale, interiore o intuitiva;
  • la riscoperta del senso di meraviglia, antidoto alla saturazione e all’indifferenza;
  • il coraggio di unire trascendente e immanente, per trovare nella loro sintesi una via di grandezza, purificazione e verità.

Nel semplice, invisibile e imprevedibile, si cela il Sublime eco del Divino.

Lo Spirito Collettivo del Profondo.

Sunday, 29 June 2025

Cos'hanno in comune J. Grinberg, D. Bohm e C.G. Jung ?

Per J. Grinberg (neurofisiologo messicano), l'universo è un campo unificato di informazione ed energia, un "oloflux" o "matrice pre-spaziale" organizzata secondo diversi livelli di sintergia. Alla luce della sua Teoria Sintérgica, J. Grinberg aveva interpretato gli "apporti" e le "materializzazioni" non come fenomeni soprannaturali, ma come manifestazioni estreme della capacità della coscienza di interagire e plasmare la matrice fondamentale della realtà.



La coscienza umana, attraverso il campo neuronale che crea, ha la capacità di "modulare" o "plasmare" questa matrice. Le nostre percezioni, i nostri pensieri e le nostre intenzioni non sono passivi, ma attivamente coinvolti nella creazione della realtà che sperimentiamo.

Fenomeni come le apparizioni, gli apporti o materializzazioni richiedono un grado eccezionalmente alto di coerenza e organizzazione della coscienza (ovvero ad alto grado di sintergia), o addirittura anche una sintergia tra più coscienze. Una tale condizione permetterebbe una "distorsione" o "modulazione" della matrice pre-spaziale sufficientemente potente da manifestare apparizioni od oggetti.

Ci sono profonde analogie concettuali tra le teorie di J. Grinberg ed il fisico D. Bohm: entrambe le teorie, nonostante le loro diverse origini e terminologie specifiche, convergono sull'idea di un campo sottostante, interconnesso e informazionale con cui la coscienza interagisce attivamente, sfidando le assunzioni fondamentali del riduzionismo e della realtà oggettiva.

Il ponte si estende anche alla psicologia analitica di C. G. Jung (immaginazione attiva ed inconscio collettivo).

J. Grinberg, infatti, sosteneva che le immagini (interne) generate dalla coscienza possono avere un impatto diretto sulla realtà fisica. Se la coscienza è in grado di generare un campo neuronale che plasma la matrice pre-spaziale, allora un'immagine sufficientemente chiara, intensa e coerente (ovvero ad alto grado di sintergia) potrebbe teoricamente "materializzarsi".

Connettere i puntini (tra un neuroscienziato, un fisico ed uno psicologo) ci permette di intravedere ciò che si nasconde oltre il velo della realtà: l'unità olografica universale, collettiva, non-locale




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Tuesday, 17 June 2025

Alla Ricerca del Sublime

Etimologia

Il termine "sublime" deriva dal latino sublimis (o sublimus), composto da sub ("sotto", ma con un'accezione di "dal basso verso l'alto") e limen ("soglia"). Il significato originario era quindi "che giunge fin sotto la soglia più alta", suggerendo un'idea di elevazione, di qualcosa che si protende verso l'alto, che supera un limite.

Significato

Il significato di "sublime" si è evoluto nel tempo, pur mantenendo un nucleo di concetti legati all'eccellenza, alla grandezza e all'impressione profonda.

In un'accezione più specifica e filosofica, specialmente a partire dal Settecento, il sublime viene distinto dal "bello". Mentre il bello è associato a ciò che ha armonia, ordine, misura e suscita un piacere sereno, il sublime è legato a qualcosa di grandioso, smisurato, potente, persino terrificante, che può generare un misto di piacere e sgomento, un senso di inadeguatezza della ragione di fronte all'infinità o alla potenza schiacciante, ma al contempo un'elevazione dello spirito che riconosce la propria libertà e trascendenza.



Movimenti Culturali Associati

Il concetto di sublime ha avuto un'importanza fondamentale in diversi movimenti culturali, in particolare a partire dal XVIII secolo:

  1. Antichità Classica: Sebbene il termine "sublime" come categoria estetica autonoma si sia sviluppato pienamente in età moderna, le sue radici si trovano già nell'antichità. Il trattato Sul Sublime di Longino (autore del I secolo d.C. o III secolo d.C., la cui identità è incerta) è il testo di riferimento. Per Longino, il sublime nell'eloquenza e nella poesia è quella "grandezza e dignità" che suscita nel lettore o nell'ascoltatore un'elevazione, un'estasi, un senso di meraviglia e ammirazione. Si manifesta attraverso l'intensità delle passioni, la nobiltà del pensiero e la maestosità dello stile.
  2. Preromanticismo (XVIII secolo): È in questo periodo che il concetto di sublime acquista una nuova centralità e viene teorizzato in opposizione al bello. Figure chiave sono:
    • Edmund Burke: Nel suo saggio A Philosophical Enquiry into the Origin of Our Ideas of the Sublime and Beautiful (1757), Burke distingue nettamente il sublime dal bello. Il sublime, per Burke, è associato a sensazioni di dolore, pericolo, infinità, grandezza schiacciante e oscurità, che, se non portano a un danno effettivo, generano un "piacere negativo" o "terrore dilettevole". La contemplazione di fenomeni naturali imponenti (montagne, tempeste, abissi) o di opere d'arte che evocano tali sensazioni (come il Paradise Lost di Milton) è l'ambito privilegiato del sublime.
    • Gotthold Ephraim Lessing: Anche Lessing contribuì al dibattito, seppur con sfumature diverse, nel contesto della critica d'arte.
  3. Romanticismo (XVIII-XIX secolo): Il sublime diventa una categoria estetica centrale per i Romantici.
    • Immanuel Kant: Nella sua Critica del Giudizio (1790), Kant approfondisce la distinzione tra bello e sublime. Per Kant, il bello è legato alla forma e alla finalità dell'oggetto che genera un piacere disinteressato. Il sublime, invece, si manifesta di fronte a ciò che è smisurato, informe, potentissimo, e che eccede le capacità della nostra immaginazione di comprenderlo. Tale esperienza, pur suscitando inizialmente un senso di impotenza (sublime matematico, legato alla grandezza infinita) o timore (sublime dinamico, legato alla potenza irresistibile della natura), porta a una riscoperta della superiorità della nostra ragione e della nostra libertà morale sulla natura sensibile, generando un sentimento di rispetto e ammirazione. È un'esperienza che ci riconcilia con la nostra finitezza e al contempo ci eleva al di sopra di essa.
    • Artisti Romantici: Il sublime permea l'arte romantica, in particolare nella pittura di paesaggio. Artisti come Caspar David Friedrich (Viandante sul mare di nebbia) e J.M.W. Turner rappresentano paesaggi imponenti, tempeste, naufragi, vulcani, esaltando la piccolezza dell'uomo di fronte alla magnificenza e alla potenza travolgente della natura. Anche in letteratura, poeti come Byron, Shelley e Leopardi esplorano temi legati all'infinito, alla grandezza della natura e alla condizione umana di fronte ad essa.
  4. XX Secolo e Oltre: Sebbene il concetto di sublime abbia perso la sua centralità dominante nell'estetica contemporanea, ha continuato a essere oggetto di riflessione.
    • Jean-François Lyotard: Nel tardo Novecento, filosofi come Lyotard hanno ripreso il concetto di sublime kantiano per esplorare le problematiche dell'arte contemporanea, in particolare l'arte che cerca di presentare l'impresentabile, il non rappresentabile, spingendosi oltre i limiti della rappresentazione tradizionale.

In sintesi, la parola "sublime" ha percorso un lungo cammino dall'idea di "ciò che si innalza" fino a diventare una complessa categoria estetica che esprime un'esperienza al limite tra piacere e sgomento, tra limitatezza umana e grandezza incommensurabile, rivelando al contempo la nostra capacità di trascendere il sensibile e di confrontarci con l'infinito.


...dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi...

(Giordano Bruno)

Thursday, 20 March 2025

Il libero arbitrio della mente ? Impiega mezzo secondo dopo la decisione dell'inconscio

Il Prof. Benjamin Libet dell’Università di California è stato uno dei pochi ricercatori autorevoli (neurofisiologo e psicologo) che hanno studiato la coscienza conducendo un gran numero di esperimenti scientifici, anche sull'uomo.



Esperimento di B. Libet: la reazione conscia avviene mezzo secondo dopo la percezione


I suoi esperimenti hanno condotto ad una tesi affascinante: il libero arbitrio non si esercita con la mente formulando intenzioni o decisioni ma, al contrario, nasce quando la mente blocca o modula - con la sua logica - quanto è emerso dall'inconscio mezzo secondo prima ! Un cambio di prospettiva radicale sulla coscienza.

L'inconscio - che tutto vede e sente (oltre i canali della ragione), che non conosce confini di spazio e tempo, sorgente del divino (come diceva C.G. Jung) - è filtrato dalla mente logica-razionale e dalle sue sovrastrutture, che si arrogano il diritto di dire "l'uomo sono io ed ho il libero arbitrio".

Approfodimenti qui:
https://www.treccani.it/magazine/chiasmo/storia_e_filosofia/Liberta/isufi_libet.html

Wednesday, 19 March 2025

Il Vuoto non è poi così vuoto... anzi è pieno di possibilità

La Fisica Quantistica (MQ) ha rivoluzionato il pensiero scientifico introducendo idee e concetti radicalmente nuovi rispetto a quelli abituali della realtà quotidiana.

Secondo il Modello Standard della Fisica Quantistica, la materia e le interazioni sono modellizzate attraverso pochi costituenti fondamentali. Tali costituenti sono: i fermioni (ossia i componenti della materia, suddivisi in leptoni e quark) ed i bosoni di Gauge (che agiscono da mediatori delle quattro forze fondamentali: elettromagnetica, nucleare debole, nucleare forte e gravitazionale).

Ad esempio, gli elettroni sono dei leptoni. Il nucleo atomico contiene, invece, protoni e neutroni, che sono a sua volta composti da tre quark. Il bosone di Higgs, inoltre, è un altro tipo di particella elementare, associata al cosiddetto campo di Higgs, che svolge conferisce la massa alle particelle elementari.

Il fotone è mediatore della forza di interazione elettromagnetica. Non possiamo qui approfondire ulteriormente qui questi concetti ma il cambio di paradigma è evidente: fra due particelle si esercita una forza se, e solo se, viene scambiato, attraverso il vuoto, un mediatore di forze cioè, di fatto, un’altra particella, appunto il bosone di Gauge.

Oggi, la Teoria Quantistica dei Campi (TQC), nell’ambito del Modello Standard, supera alcuni dei limiti interpretativi della Meccanica Quantistica: le particelle quantistiche sono viste come stati eccitati di campi sottostanti, come se fossero delle increspature ondose di oceani energetici.

Ricordiamo che il campo (ovvero l’oceano) è definibile essenzialmente come una proprietà caratteristica dello spazio-tempo: si pensi ad esempio ai campi gravitazionale ed elettromagnetico, i cui stati eccitati sono rispettivamente il gravitone ed il fotone (ovvero le relative increspature ondose).

Nella TQC, anche il vuoto più perfetto, privo di qualsiasi traccia di materia, può essere immaginato come un campo di energia minima, da dove emergono e scompaiono, continuamente, coppie di particelle virtuali. Queste particelle sono chiamate virtuali, perché hanno una vita brevissima - il cosiddetto tempo di Plank (10-34 s), l'unità di tempo più breve nella Fisica Quantistica.

Facciamo un esempio. Consideriamo l’atomo più semplice e diffuso in Natura, l’idrogeno, che è immaginato come un nucleo composto da un protone ed un solo elettrone che gli “orbita” intorno. Se immaginiamo il nucleo dell’atomo di idrogeno grande come una pallina da tennis, allora la distanza alla quale l’elettrone gli orbita intorno è, in proporzione, equivalente a circa 250 metri! Il resto è vuoto quantistico, un oceano dove fluttuano particelle virtuali.

In sintesi, il 99,99% del volume della materia è vuoto quantistico, ovvero spazio che non è occupato da alcuna particella reale, bensì è come un oceano di fluttuanti particelle virtuali, che emergono e scompaiono, continuamente. Non si tratta solo di speculazioni teoriche: di questo ne abbiamo precise prove scientifiche sperimentali.

...e poi ricordiamo cosa dice la tradizione taoista ci ha insegnato (nel Tao Te Ching o Daodejing): “Si ha un bel riunire trenta raggi in un mozzo, l’utilità della vettura dipende da ciò che non c’è. Si ha un bel lavorare l’argilla per fare vasellame, l’utilità del vasellame dipende da ciò che non c’è. Si ha un bell’aprire porte e finestre per fare una casa, l’utilità della casa dipende da ciò che non c’è. Così, traendo partito da ciò che è, si utilizza quello che non c’è”.



Friday, 14 March 2025

La Sintropia... dell'Inconscio

 Le leggi fisiche conosciute descrivono una realtà in cui il disordine dell’Universo (entropia) aumenta conducendo alla degradazione della materia e dell’energia fino alla morte termodinamica.

Nel 1942 il matematico Luigi Fantappié ha proposto una teoria rivoluzionaria, che prevede, al contrario, la presenza di condizioni per cui l'ordine va aumentando (ovvero la sintropia).

La sua “teoria unitaria del mondo fisico e biologico” mirava a dimostrare che in natura esiste una doppia tendenza: una verso l’ordine e l’altra verso il disordine.

La sua teoria fu purtroppo accolta con diffidenza in quanto ammetteva l'esistenza di onde provenienti dal futuro (dette potenziali anticipati).

Anche la teoria assorbitore-emettitore di Wheeler-Feynman (1949) ripresa anche nella finzione cinematografica del film Tenet, ammetteva possibile la simmetria nel tempo.

Oggi sappiamo che la vita crea ordine al proprio interno, ovvero diminuisce l'entropia interna, per "vivere e sentire" .


La Fisica del Sublime ha dimostrato che l'inversione temporale delle onde anticipate è opera dell'inconscio (anche collettivo) che genera continuamente delle previsioni di scenari futuri (ancora inesistenti) e li riporta al presente della mente logica affinché la vita si adatti in modo ottimale all'ambiente, senza troppe sorprese... minimizzando lo spreco di energia.


Un meraviglia di cui solo la vita è capace.

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Thursday, 13 March 2025

"L'Universo è nel cono di luce della Creazione"

Spesso si sente parlare del nostro spazio-tempo (cioè le quattro dimensioni ove viviamo e nelle quali si susseguono gli eventi a cui partecipiamo ed osserviamo).

A. Einstein ha dimostrato che le dimensioni dello spazio-tempo sono un tutt'uno e che costituiscono un tessuto dimensionale, deformabile dalla presenza della massa.

Si sente tuttavia parlare raramente del cono di luce.

Il cono luce è quella porzione del nostro spazio-tempo entro la quale realmente viviamo, ovvero in cui sono confinati tutti i possibili sviluppi futuri e tutte le possibili cause nel passato di un evento attuale.

In realtà i coni sono due.

Il cono superiore è il futuro. Il cono inferiore è il passato. Il punto centrale è il "qui ed ora" dell'evento. Le pareti dei coni derivano dal fatto che la velocità massima dell’universo è la velocità della luce… sono come pareti di luce.

E' bello pensare che Dante facesse riferimento nel suo immaginario "a tali pareti di luce" con il nome di "muro di fuoco" come confine tra Purgatorio (la Pietra di Bismantova) ed Eden (canto XXVII)... 

In fisica, l'evoluzione di un evento della nostra vita è quindi descritta da una curva, detta linea di universo, che serpeggia all'interno dei due coni.

Alan Turing, il grande matematico logico (ricordato an che per aver decifrato il codice Enigma durante la Seconda Guerra Mondiale) aveva ragione nel dire che "L'Universo è nel cono di luce della Creazione".


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Wednesday, 12 March 2025

La Rinascita

C. G. Jung sosteneva che la rinascita era da considerarsi come un profondo processo psicologico di rinnovamento spirituale, una trasformazione che dall'inconscio sale fino allo coscienza.

Dalle credenze sulla reincarnazioni nel buddismo e nell’induismo, alla resurrezione cristiana, alle idee di trasformazione nelle filosofie alchemiche ed esoteriche, la rinascita rappresenta sempre un nuovo inizio, centrato sulla comprensione del profondo Sè, in connessione con la Divinità.

L'Anima, sebbene scesa come un'onda nella materia del corpo all'interno dello spazio-tempo, ritrova la sua connessione con la Divinità ed infine esce dallo spazio-tempo, conducendo con Sè il corpo che diventa glorioso nella materia.

...ma poi viene da dire che nessuno, su questa Terrà, possiede la Verità, ma che ci sono tante verità quante sono le Anime.

Noi, nel nostro corpo ancora corruttibile, possiamo coglierne solo dei frammenti... tanti, sempre diversi... come nella misura di una grandezza quantistica.

La Verità si manifesta a noi come proprietà del Divino e ci appare in base al nostro stato di coscienza.


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Ipnosi e viaggi nel tempo


L'ipnosi regressiva o progressiva pur non essendo un vero e proprio "viaggio nel tempo" nel senso scientifico, può dare l'impressione di far "viaggiare" la coscienza nel tempo attraverso l'esplorazione di ricordi passati o la visione di scenari futuri.


Il vero viaggio è un viaggio nell'inconscio, talvolta anche collettivo, dove tutti gli eventi e le situazioni realmente accadute sono in qualche modo memorizzate.


Per quanto riguarda il futuro - che deve attuarsi - è dimostrabile scientificamente che la psiche crea, istante per instante, degli scenari per prevedere cosa potrebbe succedere e questo al fine di minimizzare la sorpresa adattativa, e quindi lo spreco di energia per la vita.


Nelle precognizioni tali previsioni sono perfette: e non c'è da stupirsi conoscendo la potenza del nostro inconscio...

Quando si dice che non c'è differenza fra "passato, presente e futuro" è perché realmente per l'inconscio tale differenza non esiste, anche se per il futuro si tratta solo di sue previsioni.

Tutto si attua su un diverso piano, oltre lo spazio-tempo, come per i fenomeni sincronici.

Questo è valido anche nella fisica quantistica, che governa - in un certo senso - le dinamiche dell'inconscio.




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Tuesday, 11 March 2025

Il falso mito dell’osservatore che crea la realtà...

La cosiddetta interpretazione di Copenaghen (sul collasso indeterministico della funzione d’onda) viene spesso indicata come prova della possibilità che un atto di osservazione da parte di un osservatore possa creare la realtà, poi osservata.

Questo è uno dei più comuni malintesi sull’effetto osservatore quantistico !

L’osservatore non crea la realtà, ma osserva quanto il suo stesso stato di coscienza e l'Universo intero (osservato incluso) gli consentono di misurare.

Per meglio capire questo malinteso è significativo riprendere il concetto di misura in fisica quantistica, ossia l’osservazione di un’entità fisica che si trova nel cosiddetto stato di sovrapposizione. La sovrapposizione è una proprietà che descrive la condizione di potenzialità di un’entità quantistica, ad esempio un elettrone, da misurare.

Lo stato di sovrapposizione dell’elettrone infatti indica una sua condizione potenziale che si basa sulla contemporanea sovrapposizione di più stati con le relative differenti proprietà. In altre parole, prima di essere osservato l’elettrone non possiede in termini attuali, reali, concreti la proprietà che si osserverà, ad esempio una posizione specifica nello spazio (ad es., posizione).

Un elettrone risulta infatti essere solo potenzialmente presente, ovunque, distribuito nello spazio della funzione d’onda. Tuttavia, quando viene osservato tramite un apparato di misura, esso risponde creando una posizione specifica, e lo fa in modo del tutto imprevedibile (il collasso della funzione d’onda).

La nostra osservazione non crea la realtà osservata: noi non creiamo l’elettrone, semmai la sua proprietà diventa a noi osservabile! Quanto possiamo creare, assieme a tutto ciò che ci circonda (visto che come osservatori siamo accoppiati in maniera non locale con tutto l’universo), sono quindi delle proprietà dell’elettrone che come tali non esistevano prima dell’osservazione.

L’elettrone decide - assieme con l’Universo (e quindi anche con lo stato di coscienza dell’osservatore) - come manifestare la proprietà che noi osserviamo, scegliendo la manifestazione che spreca meno energia…

Il falso mito che l’osservatore crea la realtà va smontato a favore di una visione più scientifica, che nulla toglie alla meraviglia dell’Unità del tutto.





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La Fisica del Sublime: un percorso scientifico e spirituale di ricerca interiore del Divino

Questo libro propone un percorso di ricerca, ed alcuni risultati significativi, nello studio e sperimentazione della natura della coscienza e dell’inconscio. Nozioni e concetti di fisica quantistica, si intrecciano con i temi della psicologia analitica e della spiritualità, contaminandosi vicendevolmente in una visione unitaria della vita, come una monade di materia/energia vivente e spirito/anima. 

L’indagine della Fisica del Sublime varca anche il bardo, oltre i confini della vita, nella dimensione dello Spirito come connessione con il divino: lo fa, tuttavia, con semplicità, senza pretese di dare risposte ma nell’ottica di fornire spunti di riflessione ed indagine al lettore. 

Nell'analisi della coscienza si fa spesso riferimento al libro “Emozione e Coscienza” (Adelphi, 2000) di Antonio Damasio, dove la coscienza appare essere quella facoltà che, attraverso le emozioni, garantisce la sopravvivenza dell’organismo vivente ed affonda le sue radici nelle rappresentazioni simboliche del corpo, che trovano richiamo nella psicologia di C.G. Jung. 

Fin dove si spingono queste radici? La risposta della fisica quantistica sconfina nelle profondità del vuoto, ovvero di quell’oceano di energia fluttuante che riempie il volume di ogni cosa, compresi i nostri corpi, per oltre il 99,99%. Un vuoto pieno di particelle quantistiche reali e virtuali, e di quasi particelle, quest’ultime capaci di trascendere le leggi della fisica relativistica. Sono proprio queste radici virtuali della coscienza, oltre il cono della luce cioè oltre la realtà percepita, che abilitano delle straordinarie facoltà della vita. 

In questo senso, ci sono frequenti riferimenti alla coscienza sublime, descritta da Gustavo Adolfo Rol, come quel portale che abilita l’accesso alla dimensione dello Spirito, dove tutto diventa possibile.

La parte conclusiva del libro assume una connotazione spirituale, in quanto la ricerca si orienta oltre i confini della vita. L’anima di veste di materia ed energia per entrare nello spazio-tempo e lascia il proprio vestito di informazione quantistica (lo spirito intelligente come lo definiva Gustavo Rol) quando rientra nella sostanza di Dio. 

Un chiaro richiamo al pensiero di S.Tommaso d’Aquino, dove l’anima assume il ruolo di “sostanza individuale” che permette gli scambi d’informazione con Dio, necessari per mantenere in vita il corpo fisico.
L’anima sussiste dopo la morte, in quanto riceve il proprio “nutrimento spirituale da Dio”, mentre lo spirito intelligente permane ma come impronta attiva, ologramma operante fatto di emozioni, sensazioni, pensieri...stati di coscienza lasciati dall’anima. Tutto questo è informazione quantistica.

Chi desidera il libro può scrivere a manzalini@gmail.com

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